Alcuni giorni fa, prima dell'amara notizia del forfait per il Rally d'Argentina, abbiamo contattato telefonicamente Gigi Galli, che ci ha parlato della sua stagione 2007 ma anche un po' di lui.
L'inizio è stato positivo anche se si poteva fare di più, soprattutto in Portogallo, ma ecco cosa ci ha detto…
Innanzitutto complimenti per la bella mossa della maglietta (e della bandiera) allo Stadio Algarve…
"Tenendo presente il motivo per cui sono nate queste prove, che non hanno tanto a che vedere con i rally ma che aiutano a vivere maggiormente l'emozione della grande massa, ci è venuta quest'idea. Su una prova da 2 km, il tempo non è la prima cosa che conta, ma cercare di trasmettere in un modo un po' diverso la passione che abbiamo anche noi piloti per i rally. Poi, sapendo che il Portogallo è una nazione molto legata, come d'altra parte anche noi, al calcio e siccome eravamo ospiti in uno stadio ci è venuta in mente questa cosa!"
Superspeciale a parte, un bilancio sulla gara vera e propria?
"Non siamo contenti, perché ci aspettavamo qualcosa di più, soprattutto a livello di prestazioni. La gara è molto bella, molto curata, con speciali bellissime e molto guidate e con un pubblico – Shakedown a parte – molto composto. Si sapeva che in Portogallo gli spettatori sarebbero stati un po' un problema per via dei trascorsi storici. Al di là di questa parentesi, noi abbiamo guidato bene, ci siamo adattati fin da subito, però non riusciamo a capire da dove arriva questo gap di 1 secondo e 2 decimi al km; non ci riusciamo a dare una spiegazione a questi tempi e questo ci ha un po' messo in apprensione. Spero che dall'Argentina si possa avere un riscontro più positivo. D'accordo, non siamo una squadra ufficiale, perciò non abbiamo una macchina di ultima evoluzione, a differenza delle altre squadre che hanno lavorato e sono progredite, però è altrettanto vero che non mi sento di essere ad 1"2 secondi al km dai leader. Abbiamo avuto due forature, ma al di là di quelle non saremmo potuti andare oltre il settimo o l'ottavo posto e tutto ciò non rispecchia la mia ambizione".
In Svezia e in Norvegia com'è andata?
"In Svezia siamo partiti molto avvantaggiati dalle condizioni del percorso, fino all'uscita di strada. Il fatto di aver staccato quei tempi ci ha fatto capire che il passo non era il nostro,facendoci ritornare sugli obiettivi primari: fare strada. Abbiamo comunque centrato i nostri obiettivi, riuscendo a fare buone cose in Norvegia; sapevamo di dover pagare lo scotto della non conoscenza della macchina".
Prima del Rally del Portogallo hai anche ricevuto il supporto di Aci-Csai con 50 mila euro…
"Beh, cinquanta mila euro sono un buon aiuto; è un segno di gran fiducia che arriva direttamente dalla nostra Federazione, ma dobbiamo capire che i costi che si devono sostenere per fare una gara con una WRC sono ben distanti (un weekend costa circa 200 mila euro, ndr) dalla cifra offerta".
Rimanendo in tema di 2007, com'è nato questo programma con l'Aimont Racing Team? Nessuno si sarebbe aspettato una Citroen, ma magari una delle Subaru custodite a Novara!
"Tutto è nato dal supporto di Citroen Sport, che ha messo a disposizione questa macchina (la Xsara WRC del team PH-Sport, ndr) a delle buone condizioni. Così, parlando con gli uomini dell'Aimont, in pochi giorni siamo riusciti a mettere insieme questo team italiano, che si è dimostrato in grado di poter gestire tutte le problematiche connesse ad una gara del Campionato del Mondo e, con tutta onestà, sono rimasto piacevolmente sorpreso dal lavoro svolto".
Parliamo di quello che è l'attuale panorama del "motorsport" italiano: cosa ne pensi dello stato attuale del vivaio nazionale? Pensi che ci possano essere dei piloti in grado di fare il grande salto?
"Sono stra-convinto che, a livello di competitività, il Campionato Italiano sia una delle migliori serie nazionali esistenti. Ahimè, c'è poca terra. Il fatto che nel Campionato del Mondo si corre prevalentemente sullo sterrato, influisce per un pilota che arriva dal CIR, anche se si impara ad andare sulla terra! In ogni caso, chi emerge in un campionato come il CIR potrebbe avere tutte le carte per andare nel WRC".
Dopo anni di oblio, si rivedono almeno un po' i rally in TV. Ci sta provando anche la Rai, con la nuova trasmissione di rally “Reparto Corse”…
"Sicuramente l'assenza di una Casa automobilistica italiana gioca a nostro sfavore, ma è anche un po' colpa nostra, perché se riuscissimo a vincere se ne parlerebbe di più. È però altrettanto vero che è uno sport, e alla luce di questo un'emittente dovrebbe trasmetterlo anche quando non si vince. La mia non vuole essere né una polemica, né una critica; come c'è il mio sport ce ne sono tanti altri che hanno lo stesso problema…".
Parliamo di te come persona più che come pilota. Ci puoi dire cosa dicesti durante la trasmissione AXN Shakedown, il programma di Neil Cole che segue il Mondiale Rally, a proposito del mal d'auto?
"In sostanza, si parlava di come avevo fatto ad arrivare ai rally. Mi è sempre piaciuto essere in competizione, è un buon modo per mettersi in discussione ed accettare nuove sfide. Da piccolo correvo con gli sci, solo che ho dovuto smettere, perché non riuscivo ad affrontare le trasferte fuori dal mio paese, Livigno. Quando facevo le trasferte, infatti, stavo talmente male che poi non riuscivo più a gareggiare. Fortunatamente, dopo aver preso la patente mi è passato tutto!"
Capitolo pista. Hai mai pensato di provare a fare qualche gara come il tuo collega Loeb, magari alla 24 ore di Le Mans?
"Sinceramente no. Mi piacerebbe provare, perché è comunque una nuova esperienza di guida, però fino ad oggi ho sempre pensato di portare avanti i miei obiettivi e non ho mai pensato seriamente di fare qualcos'altro in pista. Principalmente per un motivo: a me piace molto la terra e il ghiaccio; la pista richiede uno stile completamente diverso".
Diciamocela tutta: manca il traverso!
"Eh, non c'è il traverso purtroppo…".
Quindi quella fatta sulla pista del Motorshow con la Maserati Grand Sport nel contesto della Pirelli Champions Cup rimane una parentesi isolata.
"Lì però si va tanto di traverso! È un evento in cui si fa tanto spettacolo, è una delle manifestazioni più azzeccate a cui ho preso parte. C'è quell'aria di bagarre, di sfida al decimo di secondo che centrerà poco con i rally, ma è una di quelle poche occasioni in cui si possono mostrare le vetture WRC".
Saltato l'appuntamento dell'Argentina, per Gigi il prossimo appuntamento sarà quello tutto tricolore del Rally d'Italia Sardegna, dal 17 al 20 maggio. Non ci resta che dire: in bocca al… Lupo!
mercoledì 25 aprile 2007
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