lunedì 26 febbraio 2007

Ritorna il mitico “Scorpione” Abarth




Al 77° Salone Internazionale di Ginevra parte un grande progetto: il rilancio di uno dei più prestigiosi marchi dell’automobilismo sportivo mondiale. Il suo simbolo è lo scorpione, il suo nome è Abarth.Da sempre sinonimo di vetture grintose, di sfide, di passione e di grandi emozioni, Abarth torna con una nuova linea per far sognare tutti gli amanti dell’automobilismo sportivo. Sotto i riflettori della rassegna svizzera “sfila” la prima interpretazione Abarth applicata alla Grande Punto, l’iniziativa che successivamente sarà estesa ad altri modelli.Per la partenza di questa nuova avventura è stata scelta una cornice esclusiva come quella offerta dal Salone di Ginevra, un contesto raccolto, unico e di grande suggestione. Qui è stato realizzato uno stand di forte impatto visivo che, in linea con la filosofia del rilancio di Abarth, è stato pensato come uno spazio innovativo contraddistinto da un linguaggio fresco, contemporaneo, tecnologico ed estremamente ricercato in ogni dettaglio. Come dimostrano i nuovi elementi della comunicazione del marchio Abarth sono esposti in tutta la loro forte e originale personalità: la famosa e rinnovata striscia Abarth da gara è stata realizzata con piastrelle di led mentre il nuovo logo, lo scorpione e la scritta, sono tutti elementi tridimensionali, di grandi dimensioni e in alluminio satinato e lucido. I valori e la tradizione di Abarth sono invece sottolineati in modo discreto e tecnologico: i materiali nobili e le finiture preziose quali alluminio, fibra di carbonio, smalti e laccature impreziosiscono l’area espositiva valorizzando le vere protagoniste dello stand: la Grande Punto Abarth S2000, vettura omologata per competizioni, tornata come assoluta vincitrice nelle gare, e la Grande Punto Abarth Preview, concept presentato in anteprima internazionale. Sono queste le due anime del mondo Abarth: le competizioni e la produzione di serie. Inoltre, il pubblico può conoscere a Ginevra un terzo ambito in cui opererà il Marchio: infatti, attraverso un configuratore multimediale, i visitatori possono ripercorrere il concetto di “Kit Abarth” visualizzando la flessibilità e la grande varietà di combinazioni che il brand metterà a disposizione dei suoi clienti mediante le cassette di trasformazione. Alcune di queste scatole in legno massello, intarsiate con finiture in alluminio satinato, sono esposte dentro cubi di cristallo e contengono i componenti automobilistici storici delle cassette di trasformazione, meccanici ed estetici. Infine, attraverso un’esclusiva tecnologia a led e schermi al plasma, le pareti dello stand propongono immagini e filmati storici alternandoli alla riproduzione della rinnovata striscia Abarth da gara: così è possibile apprezzare quel sottile legame tra passato e futuro, oltre all’energia e alla personalità, che un marchio come Abarth ha nel proprio carattere.Grande Punto Abarth PreviewProtagonista assoluta dello stand è la Grande Punto Abarth Preview, un vero gioiello di grinta ed eleganza. Questa vettura sarà lanciata sul mercato il prossimo settembre con l’intento di rafforzare ulteriormente il posizionamento sportivo e giovanile della Grande Punto.La vettura esposta a Ginevra è equipaggiata con un motore 1.4 benzina Turbo da 150 CV a 5500 rpm, incrementato a 155 CV con utilizzo di benzina a 98 RON. Inoltre, grazie ad un kit di potenziamento, successivamente sarà anche disponibile una versione con una potenza doppia rispetto alla versione base che raggiungerà i 180 CV. Si tratta di una peculiarità in linea con la storia: per esempio, la Fiat 500 del 1958 aveva 13 CV a 4000 giri e una velocità massima di 85 km/h mentre la Fiat 500 Abarth del ‘58 sfoderava 26 CV a 5000 giri e una velocità di 118 km/h. Dunque, la Grande Punto Abarth vuole rinverdire i fasti di quelle vetture prestazionali offrendo la possibilità, soprattutto ai giovani, di entrare in un mondo di sportività in completa sicurezza e a un prezzo accessibile.Grande Punto Abarth S2000A Ginevra il pubblico può ammirare anche la straordinaria Grande Punto Abarth S2000. Vettura da competizione destinata alle Scuderie e che, tramite il Reparto Corse, disputerà nel 2007 il Campionato Italiano di Rally con i piloti Giandomenico Basso, con il suo navigatore Mitia Dotta, e Davide Gatti, vincitore del Trofeo Fiat Abarth Internazionale 2006, che disputerà invece la stagione al volante di una Fiat Grande Punto R3D ufficiale, spinta da un motore diesel. Inoltre, a livello internazionale, la Grande Punto Abarth S2000 affronterà l’IRC (Intercontinental Rally Challenge) con i piloti Andrea Navarra, con il suo navigatore Guido D’Amore, i giovani Umberto Scandola e Anton Alen. Il responsabile del reparto corse della Abarth & C. Spa sarà Claudio Berro.Equipaggiata con un motore aspirato di 2000 cc da 270 CV e una trazione a 4 Ruote Motrici, la nuova Grande Punto Abarth S2000 è l’erede della versione vincitrice del Campionato Italiano Rally 2006 con Paolo Andreucci e Anna Andreussi che hanno vinto 7 delle 11 gare in programma. Senza dimenticare l’ottima stagione dei compagni di squadra Andrea Navarra e Guido D’Amore che sono giunti al terzo posto. Giandomenico Basso e Mitia Dotta hanno trionfato nell’Europeo e nell’International Rally Challenge. Insomma, fin dal suo esordio avvenuto nella scorsa stagione, la vettura da gara si è dimostrata imbattibile qualunque fosse il tracciato o il terreno. Da sottolineare che la vettura prodotta ad oggi in circa 15 esemplari è stata ordinata da diverse Scuderie, non solo europee, per competere nei Rally Internazionali e Nazionali. E oggi, forte di questa superiorità tecnologica e agonistica, la nuova Grande Punto Abarth S2000 è pronta ad affrontare i due campionati con la stessa determinazione e grinta. Infine, oltre a presentare una vettura di successo e un prestigioso team di piloti, la nuova Abarth & C. può annoverare uno staff di grande esperienza nel settore racing: in totale sono 113 professionisti, dei quali 26 nell’area engineering, 43 nel manufacturing e 9 dedicate al racing.





Il progetto Abarth tra passato e futuro

Un passato glorioso che si fa presente, una passione vincente ieri come oggi: è questo il concetto che guida il progetto di rilancio del marchio Abarth da parte di Fiat.La rivisitazione fedele di tutto un mondo di emozioni, vittorie, stile, simboli che hanno fatto del marchio dello scorpione quell’autentica leggenda che è ancora oggi tra gli appassionati di automobilismo. Un restyling che parte dal rispetto assoluto per un passato dal quale non si può prescindere, ma proiettato nel futuro.Il marchio Abarth rappresenta un’attitudine che declina tutti i significati del concetto di sportività, anche nelle sue accezioni più esclusive: valeva negli anni 60, vale oggi, varrà domani.La novità sta proprio nel richiamo, in chiave moderna, a tutte le attività che nel passato svolgeva la Abarth & C. a partire dalle corse, per poi passare ai prototipi e ai kit di trasformazione delle vetture, fino ad arrivare a veri e propri accessori di moda che riflettono lo stile Abarth. Intorno al marchio Abarth sta per nascere un vero e proprio mondo, imperniato su un nucleo di valori che nei decenni scorsi ne ha determinato la grande fortuna: innovazione nel design, utilizzo di materiali d’avanguardia, cura del dettaglio. Alla base di tutto, la più autentica passione per l’automobilismo, senza dimenticare il patrimonio umano e tecnologico, oltre all’orgoglio professionale delle migliaia di persone, tecnici, operai e dirigenti che nel tempo si sono avvicendati nelle fabbriche, negli uffici e sui campi di gara. Anche per questo è stato essenziale nello sviluppo del progetto il coinvolgimento di chi ha direttamente o indirettamente collaborato con Carlo Abarth negli anni passati.Il connubio dei due brand ha dimostrato con forza come una collaborazione industriale possa diventare una storia di successo, creando uno stile improntato alla determinazione, alla volontà di superare qualunque ostacolo e di raggiungere obiettivi ambiziosi. La memoria, naturalmente, va a tutte quelle vetture Fiat piccole ma allo stesso tempo, grazie ad Abarth, grintose, dinamiche, scattanti. Dei veri “scorpioni” in grado di pungere sul vivo la passione di migliaia di automobilisti con il gusto della sfida, della velocità e dello stile italiano.E oggi, quello spirito è pronto a rivivere nella nuova Abarth & C, il vero cuore del progetto di Fiat. Una società completamente rifondata, con amministratore delegato Luca De Meo e sede a Chivasso, che intende rinnovare i fasti del leggendario marchio trasportandolo nella realtà di oggi, pronto ad affrontare le sfide di un mondo dell’automobile completamente trasformato rispetto ai tempi gloriosi di Carlo Abarth. La nuova società agirà su più fronti: innanzitutto l’ambito “racing”, l’universo più spiccatamente sportivo delle corse, dei trofei monomarca e delle vetture preparate per i clienti privati. Il secondo ambito è quello commerciale che comprenderà il tuning - quindi la produzione di kit per l’elaborazione – e una diffusa attività di licensing e merchandising. Il legame con la tradizione non è solamente ideale, ma tangibile e concreto. Una vera e propria rinascita che parte dal ritorno in grande stile delle attività di Abarth nella sede storica di Corso Marche a Torino, attraverso la rifondazione delle famose “Officine Abarth”.

La storia di un marchio....

Dietro a un marchio-mito c’è soprattutto l’opera di un vero genio dei motori. Karl Abarth, nato a Vienna nel 1908, è stato l’artefice di un successo quasi senza precedenti nel campo dell’automobilismo sportivo, frutto di una dedizione assoluta al mondo dei motori e a un talento, una passione e un gusto per l’innovazione davvero prodigiosi. Dunque, lunga e avvincente la storia di Carlo Abarth, in questa sede racconteremo del consolidato e proficuo rapporto di collaborazione tra il marchio Abarth e il brand Fiat. Ma la storia di Carlo Abarth non inizia con le automobili ma in moto. Infatti, a vent’anni coglie già i primi successi in sella a una Motor Thun mentre l’anno successivo costruisce la sua prima motocicletta personalizzata con il marchio Abarth. Purtroppo un grave incidente, durante una competizione a Linz, lo costringe ad abbandonare le moto, ma non perde la voglia di sfidare se stesso e i propri limiti, continuando a gareggiare con i sidecar, mezzo che proprio lui porta all’apice della fama grazie a imprese come la sfida con il treno Oriente Express (vinta naturalmente da Abarth). Un secondo grave incidente nel 1939 lo obbliga tuttavia ad abbandonare le competizioni. Iniziano qui la seconda vita di Abarth e il mito vero e proprio. Nel 1945 si trasferisce a Merano e diventa cittadino italiano a tutti gli effetti. Poi, dopo una breve esperienza in Cisitalia, nel 1949 fonda la Abarth & C. La prima vettura prodotta fu una 204 A Roadster, derivata da una Fiat 1100, che vinse immediatamente il campionato italiano 1100 sport e quello di formula 2. Contemporaneamente, Abarth ha l’intuizione geniale di affiancare all’attività corse l’attenzione per il grande pubblico, e inizia a realizzare i famosi kit di elaborazione per vetture di serie che aumentano potenza, velocità massima e accelerazione. Elementi di spicco nei kit furono le marmitte di scarico che, nel corso degli anni, diventeranno una vera propria icona dello “stile Abarth”. Grazie all’esperienza appresa anni prima sulle moto le marmitte Abarth diventarono un prodotto tecnologicamente all’avanguardia. I primi prototipi prevedevano un tubo centrale di sezione costante e passaggi laterali nella lana di vetro, ed eliminazione di tutti i diaframmi per contenere al massimo la compressione dei gas. Un sistema semplice ma innovativo, che diede ai suoi prodotti un chiaro vantaggio prestazionale ed un inconfondibile rumore sordo e pieno. In pochi anni l’Abarth & C. raggiunge livelli globali: nel 1962 produce 257.000 marmitte con uno staff di 375 persone, il 65% è destinato all’esportazione.Furono due gli elementi di fondamentale importanza che determinarono il successo dei componenti e dei kit Abarth: un’abile campagna pubblicitaria e l’attività corse. Infatti, Carlo Abarth introdusse tecniche di marketing e comunicazione ancora oggi attuali. Basti dire che per convincere gli automobilisti a rimuovere la marmitta di serie e a installarne una Abarth, escogitò un’abile campagna pubblicitaria, centrata su un’elegante presentazione del prodotto. Reclamizzata con linguaggio nuovo e rivoluzionario sulle maggiori testate giornalistiche, la marmitta veniva presentata in versione nero opaco e terminali cromati, e offerta ad un prezzo di gran lunga superiore rispetto a quello della concorrenza (4.500 lire contro un massimo di 2.000 lire). I suoi collaboratori, inizialmente scettici nei confronti della strategia, dovettero prontamente ricredersi: il successo fu immediato e straordinario. Le prime 50 unità furono realizzate per la Fiat “Topolino”. L’ascesa del marchio nell’immaginario degli appassionati di motori è costante, incessante, e con il trascorrere del tempo diventa quasi imperiosa, toccando il proprio apice alla fine degli anni 50 e lungo tutti gli anni 60. Carlo Abarth costruisce il mito dello “scorpione” con una dedizione assoluta e un’attività quasi frenetica, nella quale si intravedono le caratteristiche del genio. Le tappe di questo exploit continuo, di questa storia di successo quasi senza paragoni, si susseguono secondo un ritmo che lascia sbalorditi ancora oggi. Una lunga marcia a suon di record, trionfi, intuizioni epocali che cambiano il modo di vivere le auto sportive.Con una Fiat Abarth 750 carrozzata Bertone nel 1956 sigla una lunga serie di record di durata e velocità: il 18 giugno, sulla pista di Monza, batte il record delle 24 ore dove copre 3.743 km a una velocità media di 155 km/h. Poi, dal 27 al 29 giugno, sullo stesso circuito lombardo, anella numerosi record: i 5.000 e i 10.000 km, le 5.000 miglia e anche le 48 e le 72 ore. Il successo fu internazionale, addirittura l’autorevole giornale tedesco “Das Auto Moto Und Sport” nel n°15 del 21 luglio del 1956 dedica la copertina alla Abarth 750. La medesima vettura fu carrozzata Zagato in due versioni differenti la Fiat Abarth 750 Zagato (1956) e la Fiat Abarth 750 GT Zagato (1956). L’11 ed il 12 maggio del 1957 alla 24esima Mille Miglia erano presenti ben 20 vetture dello “scorpione” nella classe 750, di queste ben 16 terminarono la gara.Il “rombo” di questa straordinaria vettura toccò persino gli Stati Uniti: Franklyn Delano Roosvelt Jr., figlio del presidente degli USA, si precipitò in Italia per siglare personalmente con Carlo Abarth un accordo di esclusiva per la distribuzione di queste automobili.Nel 1958 Abarth compie un vero e proprio capolavoro sulla nuova Fiat 500, trasformando completamente la piccola utilitaria ed esaltandone al massimo le potenzialità.Nello stesso anno diventa sempre più stretta la partnership con Fiat, che si impegna a riconoscere premi in denaro alla Abarth in base al numero di vittorie e record che la scuderia sarebbe riuscita a realizzare. Un evento che sta alla base dell’impressionante palmares a venire: 10 record del mondo, 133 record internazionali, più di 10.000 vittorie su pista. Il mito cresce sempre più, entrando persino nel linguaggio comune. Gli anni 60 sono il decennio d’oro di Abarth. Dire “Abarth” significava dire “velocità”, “coraggio”, “prestazione”, “modifica”. Ed è davvero lungo l’elenco delle vetture che hanno scolpito il nome Abarth nella storia dell’automobilismo: dalla 850 TC, che vinse su tutti i circuiti internazionali compreso il Nurbrugring, alla Fiat Abarth “1000 Berlina” fino alla 2300 S, che sul circuito di Monza infila una straordinaria serie di record nonostante condizioni atmosferiche proibitive. Nel 1965 Carlo Abarth volle realizzare di persona un record. Il 20 Ottobre 1965 sulla pista di Monza con la Fiat Abarth “1000 Monoposto Record” Classe G, potenza 105 CV siglò il record di accelerazione sul quarto di miglio e sui 500 metri mentre, il giorno successivo con una monoposto classe E da 2000 cc, siglò i medesimi primati per classi superiori. Anche questa volta un aneddoto dice molto delle tenacia di quest’uomo, che per poter entrare nell’angusto abitacolo e poter condurre alla vittoria le sue vetture dovette perdere 30 kg di peso all’età di 57 anni. Dal 1971 la Abarth diventa a tutti gli effetti di proprietà di Fiat Auto, e l’ultima vettura alla cui realizzazione partecipa attivamente il fondatore del marchio è la A112 Abarth. E nel corso degli anni 80 la storia prosegue con vetture celebri quali la Fiat 131 Abarth campione del mondo di rally e la Ritmo Abarth.Carlo Abarth si era tuttavia spento il 24 ottobre 1979, sotto lo stesso segno della nascita: quello dello scorpione.

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